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328 | sotto il velame |
tali che in loro l’avarizia mostrò il suo soperchio, sono e avari e prodighi rei di spendio “senza misura„, come appunto quelli del purgatorio, in cui fu ora avarizia e ora troppo poco d’avarizia, la “dismisura„ insomma.1 E come questi ultimi, così quei primi espiano nell’inferno e sanano nel purgatorio la stessa colpa, che là è piaga mortale e qua piaga che si ricuce. Dei tre peccati di concupiscenza la somiglianza è perfetta: sono lussuria, gola, avarizia con prodigalità nell’inferno e nel purgatorio. E gli altri quattro?
Prima di tutto, ciò che mondano, poniamo, i peccatori delle tre prime cornici è sì lussuria gola e avarizia, ma non oltre il desiderio; eppure il loro peccato ha lo stesso nome di quello che espiano con pena eterna i peccatori del secondo, terzo e quarto cerchio dell’inferno. Nulla impedisce quindi che anche ciò che purgano i peccatori delle ultime tre cornici abbia lo stesso nome del peccato che espiano i violenti, fraudolenti e traditori: o a dir meglio, che questo abbia il nome di quello, sebbene di quello non rimanga che il desiderio e la speranza, il desiderio e la tristizia, il desiderio e l’adontamento. Come il “desire„ è dei peccati di lussuria, gola e avarizia il primo motivo, così dei peccati spirituali il primo motivo è quel desiderio unito a quella speranza o a quella tristizia o a quell’adontamento; desiderio che si chiama cupidità. Or sono questi primi motivi che dànno il nome ai pec-
- ↑ Cfr. Inf. V 55, 63, 100 segg. e Purg. XVI 42; Inf. VI 53 e Purg. XXIV 128; Inf. VII 48, 42 e Purg. XIX 113, XXII 53, 32, 34, 35.