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di anime che si rivolsero a Dio nell’ultimo della vita; e furono quindi sino allora averse da Dio; sì che sono simili a quei peccatori dell’inferno nel cui peccato predominò l’aversione, ossia ai peccatori di malizia. Quindi anche nel purgatorio si puo riscontrare in certo modo questa divisione triplice: veleno, però cacciato; ombra della carne, che sta per isvanire, tenebra, ma al tutto fugata.

Quanto alle tre disposizioni del peccato attuale, bisogna cercarle nel vero purgatorio, e non nel suo, per così dire, vestibolo, e molto meno nella sua uscita luminosa; come nell’inferno non è peccato attuale nel vestibolo e nel limbo. Nel vero purgatorio, che ha sette cornici per sette peccati, c’è questa triplice disposizione? C’è sì una triplice divisione; ma non combacia con quella. È di amore che può errare1

                                     per malo obbietto,
               o per troppo o per poco di vigore.

Malizia, bestialità, incontinenza non corrispondono a questo triplice errore, se non nel numero di tre. Ma osserviamo che nell’inferno la divisione Aristotelica non si svolge in modo da creare una simmetria nell’ordine dei cerchi, così che, per esempio, la malizia abbia lo stesso numero di cerchi che l’incontinenza o la bestialità; mentre la distinzione platonica del purgatorio fa che l’errore di amore per troppo abbia lo stesso numero di cornici che l’errore per male obbietto, e quello per poco stia nel mezzo tra i

  1. Purg. XVII 95 seg.