Pagina:Sotto il velame.djvu/32

10 sotto il velame

quelle c’è bisogno della guida imperiale; sì per questo ingannarsi dell’anima e correre dietro al bene che ha assaporato,

                         convenne legge per fren porre;
                         convenne rege aver...

Tutto il concetto è anche nel Convivio:1 “Siccome peregrino che va per una via per la quale mai non fu, che ogni casa che da lungi vede, crede sia l’albergo... così l’anima nostra, incontanente che nel nuovo e mai non fatto cammino di questa vita entra, dirizza gli occhi al termine del suo sommo bene, e poi qualunque cosa vede, che paia aver in sè alcun bene, crede che sia esso... Onde vedemo li parvoli desiderare massimamente un pomo; e poi più oltre procedendo, desiderare uno uccellino; e poi più oltre desiderare bello vestimento, e poi il cavallo, e poi una donna, e poi ricchezza non grande, e poi più grande, e poi più„. Or ciò che, nel pargolo e nell’uomo, spinge a questa corsa verso un bene a mano a mano più grande, è appunto l'appetito o cuore o animo, che vuol essere pago; come s’intende, e da tutta la lezione sull’amor d’animo,2 e, per essere brevi, dal terzetto:

          ciascun confusamente un bene apprende,
          nel qual si queti l’animo, e disira:
          perchè di giugner lui ciascun contende.

L’animo dunque di Dante s’ingannava. Vediamo, come.

  1. Conv. IV 12.
  2. Purg. XVII 91 segg., 127 segg.