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le rovine e il gran veglio 289

il loro significato è manifestamente palese dal fatto di Caco centauro.1 Esso

                      sotto il sasso di monte Aventino
               di sangue fece spesse volte laco.

Dovrebbe essere dunque non tanto a guardare la riviera di sangue, quanto a bollirvi dentro: chè diè “nel sangue e nell’aver di piglio„. Ma no.

               Non va co’ suoi fratei per un cammino,
               per lo furar frodolente ch’ei fece.

Ora Caco non ha sole “le due nature consorti„2 de’ suoi fratelli, ma anche3

               sopra le spalle, dietro dalla coppa,
               con l’ale aperte... un draco,
               e quello affoca qualunque s’intoppa.

Questo draco raffigurerà, dunque, indubitabilmente ciò in cui Caco differisce dagli altri centauri. E questo è appunto il furar frodolente. E appunto questo è un male in più sull’altro male. E così il draco è una natura in più sulle altre due nature. E il furar frodolento, la frode, ha detto Virgilio, è “dell’uom proprio male„; e questo è, perchè con l’intelletto la frode si consuma, e l’intelletto è ciò che più propriamente distingue l’uomo dalle bestie. Dunque il draco raffigura l’intelletto; e dunque le altre due nature raffigurano l’appetito e la volontà: intelletto, appetito, volontà inordinati.

  1. Inf. XXV 26 segg.
  2. Inf. XII 84.
  3. Inf. XXV 22 segg.
Sotto il velame 19