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226 | sotto il velame |
Nel brago dunque e Dante e Virgilio e questo Messo, di cui le irose parole sono dette sante? Nel brago anche Dio? Non ha ira anche Dio?1 E si fa dolce nel suo segreto, quest’ira, che si esercita contro ognuno che venga all’Acheronte. E questo sarebbe il suo proprio peccato, chè si dice spesso che fa vendetta, che è il fine dell’ira2 e non mai che egli sia superbo, invido, accidioso e via dicendo. Ma no. Ira non è sempre nome d’un peccato, nè sempre è cattiva: tanto è vero che beati chiama l’angelo non quelli senz’ira, ma quelli che son senz’ira mala.3 Il fatto è che vi è ira4 passione dell’anima e ira vizio. Bene: le passioni dell’anima “in quanto sono fuor dell’ordine della ragione inchinano al peccato; in quanto sono ordinate dalla ragione, appartengono a virtù„.5 Vi è dunque un’ira passione la quale inchina ora al peccato, ora alla virtù.
Su questo era dissenso tra il Peripato e la Stoa. Il dissenso è detto da S. Tommaso più di parole che di sostanza.6 Così pensa Dante, il quale non si lascia persuadere da Seneca stoico, del quale conosce, o interi o per estratti, i libri de ira, e segue Aristotele, pur prendendo anche dall’altro, convinto che non si tratti se non d’una differenza secundum vocem.
Ora ecco la dottrina di Aristotele:7 “Abiti
- ↑ Per limitarci, cfr. Inf. XI 74, Purg. XX 96, Inf. III 122.
- ↑ Per esempio, Inf. XIV 16: «O vendetta di Dio!»
- ↑ Purg. XVII 68 seg.
- ↑ Per esempio, Summa 1a 2ae 23, 3: Ira est quaedam passio animae.
- ↑ Summa 1a 2ae 24, 2.
- ↑ ib. Stoici dixerunt, omnes passiones esse malas: Peripatetici vero dixerunt, passiones moderatas esse bonas. Quae quidem differentia, licet magna videatur secundum vocem, tamen secundum rem vel nulla est, vel parva, si quis utrorumque intentiones consideret.
- ↑ Magn. Mor. I 7, 3.