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le rovine e il gran veglio | 225 |
checchè si sofistichi e si sottilizzi: ira e non altro.
E allora anche Virgilio, il quale sta coi parvoli innocenti e fuori che le tre virtù sante ebbe tutte le altre, anche Virgilio è reo d’ira e dovrebbe rissare e percotere o percotersi nel pantano? Egli in vero dice:1
Tu perch’io m’adiri
non sbigottir, ch’io vincerò la prova.
E se adirarsi a qualcuno non paia essere quel che accendersi d’ira o usare ira, ecco che Virgilio si spiega meglio:2
la città dolente
u’ non potemo entrare omai senz’ira.
E non è ira quella di Dante quando dice a Filippo Argenti:3
Con piangere e con lutto,
spirito maledetto ti rimani?
Virgilio, per quest’atto, lo chiama: Alma sdegnosa. E non è ira quella del Maestro quando dice: Via costà con gli altri cani? E se il disdegno4 de’ diavoli che parlano “stizzosamente„ è ira o giù di lì, come non è ira quella del Messo del cielo? Dice di lui Dante:5
Ahi quanto mi parea pien di disdegno!
E non suonano ira le sue parole ai cacciati del cielo?
Sotto il velame | 15 |