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le rovine e il gran veglio 203

pena, è la reità ancora di quelli di cui pena sono stati. Quindi nella violenza è l’incontinenza, nella frode è la violenza. Cioè, nella violenza è un disordine nel concupiscibile e irascibile, più un altro nella volontà; nella frode, oltre quello e questo, un terzo disordine, nell’intelletto. E così mentre l’incontinenza fa contro le virtù di temperanza e di fortezza; la violenza fa contro queste due, più contro la giustizia; e la frode fa contro la temperanza, la fortezza, la giustizia e la prudenza. E mettendo i vizi opposti a tali virtù, come sono in Beda e come Tommaso li dichiara, mettendo le quattro vulnera, abbiamo che nell’incontinenza è concupiscenza, “in quanto questa è destituita del suo ordine al dilettevole moderato dalla ragione„; è infirmitas, “in quanto l’irascibile è destituito del suo ordine all’arduo„; e nella violenza è, oltre la concupiscenza e l’infirmitas, la malizia “in quanto la volontà è destituita del suo ordine al bene„; e nella frode, oltre la concupiscenza e l’infirmitas e la malizia, è l’ignoranza “in quanto l’intelletto (ratio) è destituito del suo ordine al vero„.

Non è così anche nelle tre fiere? La lonza è la concupiscenza; ma contro lei vale il rimedio che vale contro la tristitia dei fitti nel fango; dunque è anche ciò “per cui l’irascibile è destituito del suo ordine all’arduo„, e che Beda chiama infirmitas e Dante accidia. Il leone si sostituisce alla lonza, perchè ha in sè quello che l’altra; più, vuol fare ingiuria. La lupa si sostituisce al leone, e resta sola; sicchè ha quello che il leone e la lonza. E contro essa avrà solo forza il veltro, che ciberà “sapienza, amore e virtute„. Il che mostra che la lupa ha ignoranza invece di sapienza, malizia invece di amore (l’amore