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172 sotto il velame


               A te convien tenere altro viaggio.

Cioè, l’altro.


II.


Dante era nel cammino della vita attiva o civile. Fuori del passo della selva, aveva trovato una “piaggia diserta„.1 Nella “diserta piaggia„ lo afferma impedito Beatrice e già volto per paura e già caduto sì basso.2 Se la lonza gli apparisce al cominciar dell’erta, e forse più su il leone (chè il poeta per l’erta continuò, contra la lonza, il suo cammino), e perciò la lupa; all’ultimo, per altro, quando rovinava in basso loco e delle altre bestie non ragiona più, all’ultimo, e perciò di nuovo “nella diserta piaggia„, egli vedeva innanzi sè la lupa. La selva e la lupa, avanti e dietro sè. L’oscurità e la viltà e la nullità della vita, da una parte; l’ingiustizia o malizia dall’altra. In tale condizione si trovò Dante per aver ripreso “via per la piaggia diserta„.

Nel purgatorio egli trova uno che dice di sè:3

               del mondo seppi, e quel valore amai
               al quale ha or ciascun disteso l’arco.

Il “mondo„ è la vita attiva o civile. Invero due strade ha l’uomo, “e del mondo e di Deo„.4 Quella di Deo è il cammino della vita contemplativa, quella del mondo è quello della vita attiva o civile, la quale ci conduce “nel governo del mondo„,

  1. Inf. I 29.
  2. Inf. II 62 seg. Purg. XXX 136.
  3. Purg. XVI 47 seg.
  4. ib. 107 seg.