Pagina:Sotto il velame.djvu/175


le tre fiere 153

La bestia? E il leone? Sparito. E di più, dico, anche la lonza è dentro la lupa. Dove è invero la fiera alla gaietta pelle? “Vedi la bestia...„ Non ce n’è che una. Il leone e la lonza? Spariti.

La spiegazione è semplice e chiara. Se la lupa fosse puramente avarizia, figurerebbe un disordine nell’appetito sensitivo, che invece d’essere sommesso alla ragione, vincesse e sommettesse la ragione. La ragione nei peccati d’incontinenza è come non sia: non opera. Se la lupa fosse violenza, oltre il disordine nell’appetito sensitivo, avrebbe un disordine anche in altra potenza dell’anima. In quale? La violenza è compresa nella malizia, di cui ingiuria è il fine. Il fine è l’obbietto della volontà. La volontà dunque entra nella violenza. Ella corre, però, al fine “con ordine corrotto„1 cioè al contrario di ciò che è il suo fine, cioè non al bene, ma al male; e perciò è malizia. Ma insomma la violenza ha un disordine di più che l’incontinenza; quello della volontà. Non ancora un altro? No, perchè la violenza non è dell’uom proprio male, come la frode; questa sì, ha come il disordine nella volontà, perchè è specie di malizia, così il disordine nell’intelletto, perchè persegue un male che solo l’uomo può fare, mediante ciò che più propriamente lo distingue dai bruti: con l’intelletto. Ma la lupa è la frode, come io credo d’aver provato. E riproviamo ancora. La lupa è la frode, e perciò deve rappresentare in sè un disordine nell’intelletto e un altro nella volontà; e un terzo anche, quello nell’appetito. Perchè? Perchè ella è embrionalmente avarizia, peccato d’incontinenza. Eb-

  1. Purg. XVII 126.