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148 | sotto il velame |
dell’inferno, il leone non può essere che la gola. Ma il leone non può essere la gola, e dunque la lupa non può essere l’avarizia. Non può essere, ma è. Perchè Pluto si chiama lupo? Perchè si maledice, sotto il nome di lupa, all’avarizia nel purgatorio?
È e non può essere. Prendiamo l’avarizia dell’inferno, che sarà peggiore di quella del purgatorio. Ebbene, è un “mal tenere„. Vi pare che la lupa con quella fame insaziabile, con quel suo venire incontro a poco a poco, con quella gramezza che procaccia alle genti, con quella malvagità e reità, e con quel suo tanto ammogliarsi, e con quel Veltro che la deve far morire, non raffiguri se non il peccato d’un vecchietto che tenga stretti i lacciuoli della borsa? E si noti che con gli avari sono puniti i prodighi, e col mal tenere è il mal dare; e che quel mal dare non è dissipazione e che quel mal tenere non è usura o peggio: che sono, l’uno e l’altro, una dismisura nello spendio. Gli uni sono di misera vita, che li fa un po’ simili (come, del resto, i loro contrari) agl’ignavi del vestibolo, sì che non possono essere conosciuti e nominati; gli altri, non più che spenderecci e goderecci. E sarebbero gli uni e gli altri adombrati nella lupa? No, no. La lupa non è un mal dare e mal tenere. Eppure è l’avarizia.
O vediamo. Anche la lonza è una bestia leggera e presta molto, eppure equivale alla femmina balba, guercia, zoppa, monca. Ella è, realmente, la concupiscenza; virtualmente, la tristizia o accidia che dalla concupiscenza deriva. Non potrebbe essere altrettanto della lupa? Non potrebbe ella essere il primo e l’ultimo dei peccati di malizia, come la lonza è il primo (specialmente il primo, la lussuria) e l’ul-