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le tre fiere 145

lonza, e gitta perciò la corda, che contro lei serve, divien reo, facilmente, di malizia.


VII.


Di malizia? Perchè allora Dante non scinse la corda al primo ingresso nel regno della malizia? perchè non ingannò con essa il Minotauro che pare il simbolo della prima specie di malizia cioè della violenza? Invero la lussuria che divien Soddoma, la prodigalità che diviene scialacquo, l’avarizia che diviene usura, per non dir d’altro, sono punite appunto nel primo dei tre cerchietti. Andava detto prima questo trasformarsi dell’incontinenza in malizia.

Il fatto è che Dante ha espressa la sua dottrina, dove ella poteva esprimersi più compitamente: dove ha messo il serpente tentatore che è a capo della frode come Lucifero è in fondo. Egli non voleva solo dire che l’incontinenza assoluta conduce a tale o tal altro peccato; ma che ella inquina o disordina la ragione. Or la ragione è volonta e intelletto. Bene: i dannati del primo cerchietto non peccarono con l’intelletto. La frode sola è dell’uom proprio male.1 I peccati di quei violenti somigliano a quelli che può commettere anche una bestia; quelli dei fraudolenti, no. Perchè quelli dei violenti sì? Sono rei di malizia; e d’ogni malizia ingiuria è il fine. Può essere il fine in un atto di bestia? Non può

  1. Inf. XI 25.
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