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le tre fiere 141

senza la quale si sia fraudolenti. Che direbbe Dante, con questo cennar di Virgilio? Direbbe, con molto apparato di gesti e di parole, e dopo avere molto invitato il lettore ad attendere e pensare, direbbe, che chi non ha la virtù contraria alla frode, è, o è per essere, fraudolento. E può essere; ma vediamo se con altra interpretazione sia il cenno per riuscire e più intelligibile e più ingegnoso e profondo e vero.

Chi è Gerione? È la frode, ma figurata come gli uomini figuravano e si figuravano il diavolo tentatore di Eva.1 Ora si ripensi la dottrina teologica intorno al primo peccato. In esso la mala volontà precedè la concupiscenza, e questa seguì quella.2 “Dunque„ domanda S. Agostino a chi credeva che la concupiscenza fosse avanti il peccato nel paradiso terrestre, “dunque nel paradiso, avanti il veleno del serpente pravo consigliere, avanti il corrompimento della volontà mediante quel sacrilego discorso, c’era già l’appetito del cibo non permesso?... La mala volontà fu prima, per la quale si credesse al serpente ingannatore, e dopo venne la mala concupiscenza, per la quale si appetisse il cibo illecito„. Ma tuttavia, come egli soggiunge, riassumendo parole di S. Ambrogio, “se l’anima correggendo la volontà avesse frenato codesto appetito del corpo si sarebbe, proprio nel suo nascere, spenta l’origine del peccato„. Ciò pensava anche Dante il quale, per non parlar d’altro, dice che a tutto il mondo costa “il palato„ d’Eva, cioè la sua concupiscenza.3 Se, dunque, i primi parenti avessero frenata, stretta, con-

  1. Vedi più avanti.
  2. Aug. Op. Imp. contra Iul. I 74.
  3. Par. XIII 39.