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le tre fiere 129

nella antica strega sono tutte le note dell’incontinenza di concupiscibile, o come effetti nella vita stessa, o come effetti, non dissimili, oltre la vita, nel luogo della pena. È dunque l’accidia, questa femmina balba; l’accidia effetto, e l’accidia causa dell’incontinenza.

È l’incontinenza potenzialmente ed effettualmente. E il concetto è tanto semplice quanto vero. Colui che non opera è soggetto alle tentazioni della carne; colui che cede alle tentazioni della carne, cade nell’ozio e nella inerzia, e debilita l’anima e corrompe il corpo, finchè diviene un carcame che puzza.

A questa incontinenza potenziale ed effettuale, a questa accidia causa ed effetto d’incontinenza, qual rimedio si propone? Dice Virgilio a Dante, dopo avergli significato l’essere dell’antica strega:1

               Bastiti, e batti a terra le calcagne,
               gli occhi rivolgi al logoro, che gira
               lo rege eterno con le rote magne.

Dio è il falconiere, che al generoso falcone mostra, prillando, il piumato richiamo delle spere che girano: le cose belle ch’egli muove. Il camminare quindi, cioè il vivere operosamente,2 e il contemplare le bellezze dell’universo, è rimedio contro l’antica strega. E non è il medesimo, che contro la tristezza? E non è il medesimo che contro la lonza? E dunque la lonza è incontinenza. E dunque la tristizia dei fitti nel fango sta alla lonza, come la femmina balba e zoppa e monca e guercia e pallida e cascante sta alla dolce sirena ch’ella diventa sotto lo sguardo del sognatore.

  1. Purg. XIX 61 segg.
  2. Di questo senso ovvio del camminare si darà un saggio poi.
Sotto il velame 9