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118 | sotto il velame |
esempio, dai ladri, dai barattieri, dai simoniaci; grazia, per esempio, dagli ipocriti; fama, per esempio, dai pravi consiglieri; onore e podere, per esempio, dagli uccisori di Cesare. O non sono codeste brame le tutte brame della lupa? e quell’unica brama la rabbiosa fame del leone? E la lupa ha natura malvagia e ria, sì che non empie mai la sua voglia;1 e il leone, no: questa natura non l’ha, questa voglia inesplebile non l’ha. In vero la voglia di vendetta con la vendetta si compie, se non è così matta da volgersi contro Dio;2 chè allora è infinita anche essa; perchè inafferrabile è Dio, o folli e ciechi e bestie!
E insomma non pare a ognuno che la malvagità e reità della lupa in confronto della rabbia del leone, messe in relazione, quelle e questa, con la fame che è in tutte e due le fiere, non segnino la gradazione che è tra la frode e la violenza?
- ↑ Molto qui sarebbe da aggiungere, che aggiungerò più oltre. Per ora rimando alla Minerva Oscura. E quel che qui dico, è forse già troppo. Tuttavia non posso tenermi di rispondere meglio, ma come per anticipazione, al quesito: Perchè la lupa è insaziabile? La lupa è insaziabile, perchè la frode, quale ciceronianamente la chiama Virgilio, è cristianamente invidia e superbia. Ora l’invidia si fa magra alterius rebus opimis e la superbia asseta (la superbia ch’asseta: Par. XIX 121), il che è come dire che affama: non sbrama insomma mai la cupidigia, ch’ell’ha, in grado supremo, di podere, grazia, onore e fama, quale ha l’invidia, ma solo in confronto degli altri uomini e non anche di Dio. Ed ecco perchè la lupa è magra e insaziabile.
- ↑ E così assomiglia alla superbia che asseta e affama eternamente. E questa è la ragione per cui Dante, come vedremo, chiama superbia l’ira di Capaneo e di Vanni Fucci, e orgoglio quella, vuota d’effetto, cioè accidia, di Filippo Argenti.