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le tre fiere 111

della sua venuta, nei rimproveri che Beatrice fa a Dante e in qualche altro passo.

Beatrice dopo aver detto, che tosto dopo la sua morte, il suo amico

                      volse i passi suoi per via non vera
                 imagini di ben seguendo false;

il che si riferisce allo smarrimento nella selva; dopo aver detto:

               nè impetrare spirazion mi valse
               con le quali ed in sogno ed altrimenti
               lo rivocai;

il che pur si riferisce al suo tortire per la selva, e ai bagliori della luna, forse, traverso il folto dei pruni, in quella notte che cominciò con un sonno e continuò, naturalmente, con sogni; aggiunge:

               Tanto giù cadde, che tutti argomenti
               alla salute sua eran già corti,
               fuor che mostrargli le perdute genti.1

“Tanto giù cadde„ corrisponde a “mentre che io rovinava in basso loco„. Beatrice qui non narra tutto quello che raccontò a Virgilio, quando visitò l’uscio de’ morti. Allora narrò, e Virgilio lo ridisse a Dante, il tutto partitamente. Dante era impedito nella diserta piaggia: era dunque già, dopo l’alba e dopo il riposo, in via per la piaggia diserta; tanto impedito2

               che volto è per paura.

  1. Purg. XXX 115 segg.
  2. Inf. I passim.