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il passaggio dell'acheronte | 87 |
(non si tratta dei serrami fatti girare nei loro anelli? non si tratta dei ritegni, che, come dice poi, non valsero1 contro la verghetta, del Messo del cielo? ma ciò poco monta). Séguita Virgilio:
Questa lor tracotanza non è nuova,
chè già l’usaro a men segreta porta,
la qual senza serrame ancor si trova.
Sovr’essa vedestù la scritta morta.
Ora se la tracotanza usata alla porta di Dite fu tale, che i diavoli chiudessero la porta che prima era aperta, noi dobbiamo credere che simile fosse quella usata alla porta d’inferno, e che similmente questa fosse prima aperta; se no, altrimenti. Ebbene tutto mena a credere che la porta di Dite sia concepita da Dante come chiusa. Dite è una citta murata e afforzata: come starebbe a porta sempre aperta? No: c’è alcuno sempre in veletta. Su un’alta torre c’è qualcuno che segna con due fiammette2 l’appressarsi di qualcuno. Un’altra rende cenno di lontano. Sono quelli il segno per il barcaiuolo, che vada a imbarcar dannati. Non altro? Anche altro; perchè poi Dante e il suo duca, sbarcando, si trovano avanti3
più di mille in sulle porte
da’ ciel piovuti, che stizzosamente
dicean: Chi è costui, che senza morte
va per lo regno della morta gente?
- ↑ Inf. IX 89 seg.
con una verghetta
l’aperse, che non ebbe alcun ritegno. - ↑ Inf. VIII 2 segg.
- ↑ ib. 82.