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il passaggio dell'acheronte | 87 |
(non si tratta dei serrami fatti girare nei loro anelli? non si tratta dei ritegni, che, come dice poi, non valsero[1] contro la verghetta, del Messo del cielo? ma ciò poco monta). Séguita Virgilio:
Questa lor tracotanza non è nuova,
chè già l’usaro a men segreta porta,
la qual senza serrame ancor si trova.
Sovr’essa vedestù la scritta morta.
Ora se la tracotanza usata alla porta di Dite fu tale, che i diavoli chiudessero la porta che prima era aperta, noi dobbiamo credere che simile fosse quella usata alla porta d’inferno, e che similmente questa fosse prima aperta; se no, altrimenti. Ebbene tutto mena a credere che la porta di Dite sia concepita da Dante come chiusa. Dite è una citta murata e afforzata: come starebbe a porta sempre aperta? No: c’è alcuno sempre in veletta. Su un’alta torre c’è qualcuno che segna con due fiammette[2] l’appressarsi di qualcuno. Un’altra rende cenno di lontano. Sono quelli il segno per il barcaiuolo, che vada a imbarcar dannati. Non altro? Anche altro; perchè poi Dante e il suo duca, sbarcando, si trovano avanti[3]
più di mille in sulle porte
da’ ciel piovuti, che stizzosamente
dicean: Chi è costui, che senza morte
va per lo regno della morta gente?
- ↑ Inf. IX 89 seg.
con una verghetta
l’aperse, che non ebbe alcun ritegno. - ↑ Inf. VIII 2 segg.
- ↑ ib. 82.