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88 | marsilio ficino |
terreni: ma afferma loro essere di tanta virtù dal sommo Dio dotati, che insieme possono e fruire Iddio, e senza alcuna fatica o molestia secondo la volontà del Padre loro reggere e muovere i cerchi del Mondo: e movendo questi, facilmente le cose inferiori governare. Si che tra Platone e Dionisio è differenza di parole più tosto, che di sentenzia.
Capitolo IV
De’ sette doni che descendono da Dio agli uomini per il mezzo de’ ministri di Dio.
Le Idee di tutte le cose sono nella Mente Divina: e a queste servono gli Iddii mondani e a’ doni delli Iddii servono i Demonii. Perchè dal sommo grado a lo infimo della natura, tutte le cose per debiti mezzi passano: in tal modo che quelle Idee, che sono concetti della Mente divina, comunicano a gli uomini i loro doni, per il mezzo delli Dii e de’ Demonii. E questi doni principalmente sono sette, sottilità di contemplare, potenzia di governare, animosità, chiarezza di sensi, ardore d’Amore, acume di interpretare, e fecondità di generare. La forza di questi doni, Dio principalmente in sè contiene: dipoi concede questa alli sette Dii, che muovono li sette pianeti: e da noi si chiamano Angeli sette, che intorno al Trono di Dio si rivolgono: in modo che ciascuni ricevono d’un dono più che d’un altro secondo la proprietà di loro natura. E quelli Iddii distribuiscono i doni alli ordini de’ Demonii a loro sottoposti secondo la proporzione medesima.. Certamente Dio infonde questi doni a gli animi da principio, quando da lui nascono: e li animi descendono ne’ corpi dal Cerchio latteo per il Cancro, e si rivolgono in un celeste e lucido velame: nel quale rivolti nelli corpi terreni si rinchiuggono. Perchè lo ordine naturale richiede che lo animo purissimo non si congiunga a questo corpo impurissimo, se non per mezzo d’un puro velame, il quale essendo men puro che lo animo, e più puro che questo corpo, è stimato da’