Pagina:Sopra lo amore.djvu/92

86 marsilio ficino



Capitolo III

De l’anime delle spere e de’ Demonii


Ma voglio che conosciate in che modo i Demonii abitano la regione in mezzo tra il Cielo e la Terra, per le parole di Diotima in questo Convito, e per quelle di Socrate nel Filebo e Fedro, e per quelle dello Ateniese peregrino nelle Leggi, e di Epinomide. Stima Platone tutta la macchina di questo Mondo, da una anima essere retta. Perchè il Corpo del Mondo è composto di tutti i quattro elementi: e le particelle del Mondo sono i corpi di tutti gli animali: il corpicino di qualunque animale è particella del corpo del Mondo. E non è detto corpicino, composto de lo intero Elemento del Fuoco, Aria, Acqua, o Terra: ma di certe parti di questi elementi. Adunque quanto il tutto è più perfetto che la parte, tanto è più perfetto il corpo del Mondo, che il corpo di qualunque animale. Certo inconveniente cosa sarebbe che il corpo imperfetto avesse l’anima, e il perfetto fosse senza anima. Chi è sì semplice che dica la parte vivere, e il tutto non vivere? Vive adunque tutto il corpo del Mondo: considerato che i corpi degli animali vivono, che sono parti di esso tutto. Una bisogna che sia l’anima dello Universo, si come una è la materia, e uno è lo edifizio. Conciò sia adunque che, siccome piace a Platone, dodici sieno le Spere del Mondo, otto Cieli, e quattro Elementi; e che queste dodici spere sieno tra loro separate, e diverse di spezie, moti, e proprietà: necessario è ch’elle abbino dodici anime diverse di virtù e spezie. Una sarà adunque l’anima della una prima materia, e dodici saranno le anime de’ dodici cerchi. Chi negherà viver la Terra, e la Acqua, le quali danno vita agli animali generati da loro? E se queste fecce del Mondo vivono, e sono piene di viventi: per che cagione l’Aria e il Fuoco essendo più eccellenti, non debbono vivere? E avere similmente li loro animali? E così i Cieli in simil