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sopra lo amore | 85 |
co, si chiama igneo, cioè fuoco. Ma in quanto egli è nel lino (nel lino, dico, non semplice, ma già affocato) si chiama da la natura di ciascuno, così del lino come del fuoco, egualmente lineo e igneo. La figura dell’uomo, la quale spesse volte per la interiore bontà felicemente concessa da Dio è nello aspetto bellissima, per gli occhi di coloro che la riguardano, nel loro animo transfonde il raggio del suo splendore. Per questa scintilla lo Animo come per un certo amo tirato, inverso del tirante si dirizza. Questo tale tiramento, il quale è Amore, perchè depende dal buono, bello, e felice, e in quello si torna, senza alcun dubbio possiamo chiamare Bello, Buono, Beato, e Dio, secondo il giudizio di Agatone e delli altri, che di sopra hanno parlato: e perchè egli è nello animo già acceso per la presenzia di quel raggio bello, siamo costretti a chiamarlo un certo affetto medio tra bello e non bello. Imperocchè lo animo infino a tanto che ei non riceve la immagine d’alcuna bella cosa, quella ancora non ama, come cosa non conosciuta da lui. E colui che la intera Bellezza possiede, non è stimolato da gli stimoli di Amore. Imperocchè chi è colui che desidera quello che egli fruisce? Seguita dunque che l’animo in quel tempo s’accenda di ardente amore, quando egli avendo trovata alcuna speciosa immagine di cosa bella, e di quella gustato qualche sapore nel suo giudizio, per tal saggio è incitato a la intera possessione di quella. Conciò sia adunque che l’animo in parte possegga essa cosa bella, e in parte ne manchi: ragionevolmente in parte è bello, e in parte non bello. E in tal modo, vogliamo che per tale mistione Amore sia un certo affetto medio tra bello e brutto, partecipante de l’uno e de l’altro. E certamente per questa ragione Diotima, acciò che qualche volta a lei torniamo, lo Amore chiamò Demonio. Imperocchè come li Demonii sono spiriti medii tra li celesti e terreni spiriti: così lo Amore tiene il mezzo tra la Bellezza e la privazione di quella. Questa sua ragione essere tra la bella natura e la non bella, assai lo chiarì Giovanni nella sua prima e seconda Orazione.