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84 | marsilio ficino |
della facilità amatoria. Da queste celesti vivande adunque state discosto, state discosto, o empii: i quali involti nelle fecce terrene, e al tutto a Bacco, e a Priapo divoti, lo Amore, che è dono celeste, abbassate in terra e in loto a uso di porci. Ma voi, castissimi convitati, e tutti gli altri consacrati a Pallade, e a Diana: i quali per la libertà del purissimo animo e perpetuo gaudio della Mente, siate in giubilo: i divini Misteri da Diotima a Socrate revelati, con diligenzia ascoltate. Ma innanzi, che voi udiate Diotima, è da solvere una certa questione, la quale nasce tra quelli che disopra hanno trattato di amore, e quelli che di sotto ne hanno a trattare. Imperocchè quelli di sopra chiamarono Amore bello, buono, beato, e Iddio: il che a Socrate e Diotima non piace. Ma pongonlo in mezzo tra bello e brutto, buono e malo, beato e misero, Iddio e uomo. Noi approviamo l’una e l’altra sentenzia, benchè l’una per una ragione, e l’altra per un’altra.
Capitolo II
Che lo amore è in mezzo tra la bellezza e il suo contrario: ed è Iddio e Demonio.
La pietra calamita mette nel ferro una sua certa qualità, per la qual essendo il ferro fatto molto simile alla calamita, si inclina verso questa pietra. Questa tale inclinazione in quanto ella è nata da detta lapide e inverso lei si rivolge, senza dubbio si chiama inclinazione lapidea. Ma inquanto ella è nel ferro, si chiama parimente ferrea e lapidea: imperocchè tale inclinazione non è nella pura materia del ferro: ma in materia già formata per la qualità della pietra: e però le proprietà di amendue ritiene. Il fuoco ancora per sua qualità, cioè per il caldo, accende il lino: e il lino acceso, e sospeso per la qualità del caldo s’innalza inverso la superna regione del Fuoco. Questo tale innalzamento che fa il lino in quanto egli, sospinto dal fuoco, si volge verso il fuo-