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sempre acceso, per la quale lo amante diviene beato.

Tre benefizi adunque dell’Amore dobbiamo brevemente raccorre. Primo, che restituendo noi nella naturale integrità, la quale nella divisione perdemmo, ci rimena in Cielo. Secondo, che alluoga ciascuno a convenienti scanni, facendo tutti in quella distribuzione quieti. Terzo, che rimovendo ogni fastidio per il suo continuo ardore, accende sempre in noi nuovo diletto; e per questo fa lo animo nostro di dolce fruizione felice.


ORAZIONE V

Capitolo I

Che lo amore è beatissimo, perchè egli è buono e bello.


Carlo Marsupini, degno allievo delle Muse, seguì dopo Cristofano Landini, così interpretando l’orazione di Agatone.

Il nostro Agatone stima lo Amore essere Dio beatissimo, perchè egli è bellissimo e ottimo. E computa quello che si richiede ad esser bellissimo, e quello che si richiede ad esser ottimo. Nella quale computazione, esso Amore dipinge; e poi che ha narrato qual sia lo Amore, annovera i benefizii da lui conceduti alla generazione umana. E questa è la somma della disputazione sua. A noi si appartiene ricercare in prima, per che cagione volendo mostrare lo amore esser beato, disse lui esser molto bello, e buono, e che differenzia tra la bontà e la bellezza sia. Platone nel Filebo dice, colui esser beato, a cui nulla manca: e questo esser quello, che è da ogni parte perfetto. Alcuna perfezione è interiore, alcuna esteriore. La interiore, chiamiamo Bontà: la esteriore Bellezza. E però quello che è in tutto buono e bello, chiamiamo beatissimo: come da ogni parte perfetto.