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150 | marsilio ficino |
dunque che la Anima cade da quella Unità divina la quale è sopra la eternità, a eterna moltitudine: e da la eternità al tempo: e dal tempo al luogo e a la materia. Dico ch’ella cade allora, quando ella si parte da quella purità, con la quale ella è nata, abbracciando troppo il corpo.
Capitolo XIV
Per quali gradi i furori divini innalzino l’anima
Per la qual cosa come per quattro gradi discende, così è necessario che per quattro saglia. Il furore divino è quello che a le cose superiori ci innalza: come nella diffinizione sua fu manifesto. Quattro adunque sono le spezie del divino furore: il primo è il furore poetico: il secondo misteriale cioè sacerdotale: il terzo la divinazione, il quarto è lo affetto dello Amore. La Poesia da le Muse, il misterio da Bacco, la divinazione da Apolline, lo Amore depende da Venere. Certamente lo Animo non può a essa unità tornare, se egli non diventa uno. E pure egli è fatto multiplice, perchè egli è caduto nel corpo, in operazioni varie distratto, e inclinato alla infinita moltitudine delle cose corporee, il perchè le sue parti superiori quasi dormono, le inferiori soprastanno alle altre. Le prime di sonno, le seconde di perturbazione sono piene. E insemina tutto lo Animo di discordia e dissonanzia è pregno. Adunque principalmente ci bisogna il poetico furore il quale per tuoni musicali desti le parti che dormono: per la suavità armonica addolcisca quelle che sono turbate: e finalmente per la consonanzia di diverse cose scacci la dissonante discordia, e le varie parti della Anima temperi. Non è però ancora abbastanza questo, perchè nell’Animo resta ancora moltitudine, e diversità di cose. Aggiugnesi adunque il misterio appartenente a Bacco: il quale per sacrifizii, e purificazioni, e ogni culto divino, dirizza la intenzione di tutte le parti a la Mente, con la quale Iddio si adora. Onde essendo ciascuna delle parti