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8 marsilio ficino

più antico di tutti gli Dei, ha dato origine all’universo e agli Dei, che muove anche le anime dei pianeti, che, come «inclinazione lapidea» del ferro verso la calamita, è quello stesso per cui un’anima scoccando la sua scintilla per mezzo degli occhi, tira a sè un’altra anima — codesto Amore, accenna all’odierna filosofia volontaristica; accenna a Schopenhauer e a Bergson (due pensatori che vanno ravvicinati per i due punti essenziali che hanno in comune: la Volontà, in linguaggio schopenhauriano, ossia, in linguaggio bergsoniano, lo «slancio vitale» considerato come essenza della realtà, e la preminenza dell’intuizione sull’intelligenza discorsiva). L’Amore del Ficino è la Volontà o Brama primitiva e universale, che ha suscitato tutti i mondi, e tutto nei mondi, e si è incarnata nei mondi, nelle cose, negli animali ed in noi.

Non solo. Ma chi legga con attenzione ed accorgimento scoprirà agevolmente, entro al remoto linguaggio, i concetti fondamentali di tutto l’idealismo moderno: così il concetto che non il mondo esteriore crea la coscienza, ma la coscienza foggia il mondo esteriore, ed è lo spirito che suscita e plasma la natura — ossia, in linguaggio ficiniano, l’Anima reca in sè e proietta fuori di sè la forma dei Corpi. Così, ancora, il concetto che lo spirito che è in noi è una scintilla più o meno vivida dello Spirito universale e assoluto, in noi immanente; concetto espresso dal Ficino con la sua dottrina del rapporto tra la Mente divina, la Mente angelica, e la Mente e l’Anima umane. E quanto è questa dottrina, in alcuni suoi aspetti, nonchè quella delle divinità costituenti l’Anima dei vari pianeti, lontana dalla fase politeistica della filosofia di W. James?

Mistica è la dottrina ficiniana dell’amore, ed ha la sua mistica morale. L’Amore non si spegne per aspetto o tatto di corpo alcuno, perchè non questo o quel corpo cerchiamo, ma la luce divina, che in tutti rifulge, ossia cerchiamo, errando, nella creatura finita, di saziare un amore che è infinito perchè datoci dall’infinito e per l’infinito, dall’Assoluto per sè. Il male morale non è dunque