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132 | marsilio ficino |
dimeno, non fu mai infamato da alcuno, che egli avesse meno che onestamente amato. Costui, perchè era di severa vita, e spesso riprendeva gli altrui vizii, era caduto già in disgrazia di molti, e potenti uomini: si come suole colui, che non tace il vero.
Tre potentissimi cittadini, per questo gli furono sopra gli altri nemici, Anito, Melito, Licone: oltre a questi, tre oratori, Trasimaco, Polo, e Callia: e tra’ poeti, Aristofane comico, agramente lo perseguitava. Non dimeno quelli potenti cittadini quando per levarsi dinnanzi Socrate veridico, lo condussono in giudizio, e con falsi testimoni lo accusarono, apponendogli alcuni difetti da lui remoti: niente parlarono che egli meno che onestamente amasse. E gli oratori suoi nemici non gli rimproverarono mai tale vizio. Nè ancora Aristofane comico, di questo sparlò mai di Socrate: benchè di molte altre cose dica di lui da ridere, nelle sue Commedie. Or credete voi che Socrate nostro avesse potuto schifare le velenose lingue di tali e tanti detrattori, se egli fusse stato di tal nota macchiato? Anzi se egli da ogni sospizione di tal vizio, non fusse stato remotissimo? Ditemi, virtuosissimi Amici, ponesti voi mente a quello, che io disopra ho molto considerato: che quando Platone dipinse Cupidine, lo ritrasse appunto a la naturale immagine, e vita di Socrate? Quasi voglia dire, che ii vero Amore e Socrate, sieno tra loro molto simili: e per questo Socrate sopra gli altri sia vero e legittimo amatore. Riducetevi bene alla mente quella pittura di Cupidine: e vedrete in essa Socrate figurato. Ponetevi dinnanzi a gli occhi la persona di Socrate; vedretelo magro, arido, e squallido. Socrate fu tale, perchè era di umore malinconico: magro, per il digiuno, e per negligenza male acconcio. Oltre a questo lo vedrete nudo: cioè vestito d’un semplice e vecchio mantelluccio. Co’ piedi nudi: perchè, come Fedro appresso di Platone testimonia. Socrate sempre co’ piedi nudi andava. Umile, e volante basso, perchè l’aspetto di Socrate era sempre inverso la terra fisso, come dice Fedone: conversava in luoghi vili, come nelle botteghe di certi scarpellatori, o di