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sopra lo amore | 123 |
cose. Questo è lo Angelo: questa è la sua Bellezza. Leva via finalmente quel numero di diverse Idee: lascia una semplice e pura luce a similitudine di quella luce, che si sta nella ruota del Sole, e non si sparge fuora: qui comprendi quasi la Bellezza di Dio, la quale almeno tanto le altre Bellezze supera, quanto quella luce del Sole, che si sta in sè medesima pura, una, inviolata, supera lo splendore del Sole: il quale per l’aria nebulosa è disperso, diviso, maculato, e oscurato. Adunque il fonte di tutta la Bellezza è Iddio. Iddio è il fonte di tutto lo Amore. Considera che il lume del Sole nella acqua è come ombra, a rispetto del più chiaro lume del Sole nell’aria. Lo splendore che è nell’aria, è una ombra a rispetto di quello, che è nel fuoco. Il fulgore che è nel fuoco, è ombra a la luce del Sole, che nella ruota sua riluce. La medesima comparazione è tra quelle quattro Bellezze, del Corpo, Anima, Angelo, e Dio. Iddio non è mai ingannato, in modo che ami l’ombra di sua Bellezza nell’Angelo, e dimentichi la sua Bellezza propria è vera. E ancora l’Angelo non è mai preso dalla Bellezza dell’Anima, la quale è ombra di lui, in modo che badando a questa sua ombra, abbandoni la propria sua figura: ma sì l’Anima nostra. De la qual cosa è da dolersi molto: perchè questa è la origine di tutta la nostra miseria. La Anima, dico, sola è tanto lusingata da la forma corporale, che manda in oblivione la propria spezie: e dimenticando sè medesima, seguita ardentemente la forma del corpo, la quale è ombra della spezie della Anima. Di qui seguita quel crudelissimo fato di Narciso che canta Orfeo: di qui seguita la miserabile calamità degli uomini. Narciso adolescente, cioè l’Anima dell’uomo temerario e ignorante, non guarda il volto suo: che si intende, che egli non considera la propria sustanzia e virtù sua: ma l’ombra sua nella acqua seguita, e sforzasi d’abbracciarla: cioè bada intorno alla Bellezza che vede nel corpo fragile, corrente, come acqua, la quale è ombra dello Animo: lascia la sua figura, e l’ombra mai non piglia. Perchè l’animo seguitando il corpo, sè medesimo disprezza, e per l’uso corpo-