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che restino tra gli altri uomini in sempiterno. L’uno e l’altro Amore ricerca cose belle. Certamente quello che regge il corpo desidera nutrire il proprio corpo di nutrimenti delicatissimi, suavissimi, speciosissimi: e desidera generare belli figliuoli, e di bella femmina. E lo Amore che s’appartiene a lo Animo, s’affatica di empirlo di ornatissime e gratissime discipline: e scrivendo con bello e ornato stile, pubblicare scienza alla sua simile: e insegnando, generare la medesima scienza per similitudine in qualche Animo bello. Bello è, dico, quello Animo, che è acuto e ottimo. Noi non veggiamo esso Animo, e però non veggiamo la sua bellezza: ma veggiamo il corpo, ch’è immagine e ombra dello Animo: sì che per questa immagine conghietturando, stimiamo che in un formoso corpo uno Animo specioso sia: e di qui avviene, che noi più volentieri insegniamo a’ più belli.


Capitolo XII

De’ due amori: e che l’anima nasce formata di verità.


Assai abbiamo parlato de la deffinizione d’Amore: dichiariamo ora qual sia la sua distinzione: la quale appresso Platone si fa per la fecondità della Anima e del corpo. Le parole di Platone sono queste: in tutti gli uomini è pregno il corpo, e è pregno l’Animo. Nel corpo sono da natura infusi i semi di tutte le cose corporali, di qui per ordinati transcorsi di tempo vengono fuora i denti, escono i peli, spandesi la barba, multiplica lo sperma. E se il corpo è fecondo e gravido di semi, molto maggiormente lo Animo, che è più nobile che il corpo, debbe essere abbondante, e possedere da principio i semi di tutte le cose sue. Adunque da principio lo Animo possedette le ragioni de’ costumi, arti, e discipline: onde se egli è ben cultivato, mette fuora i frutti suoi ne’ tempi debiti. E che lo animo abbia dentro ingenerate le ragioni di tutte le cose sue lo comprendiamo per