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sopra lo amore | 111 |
deriamo aver beni, e non solamente averli: ma avergli sempre. Ma tutti i beni de’ mortali si mutano e mancano: e tosto tutti si perderebbero se in luogo di quelli che se ne vanno continuamente non rinascessino nuovi beni. Adunque acciocchè i beni ci durino, noi desideriamo rifare i beni periti: i beni periti non si rifanno se non per la generazione. Di qui è nato lo stimolo di generare in ciascuno. La generazione perchè fa le cose mortali nel continuare simili alle divine, certamente è dono divino: alle cose divine, perchè sono belle, le cose brutte sono contrarie: e le cose belle sono simili e amiche. E però la generazione, che è opera divina, perfettamente e facilmente s’adempie nel suggetto bello: e per contrario, nel suggetto contrario. Per la qual cosa quello stimolo del generare cerca le cose belle: e fugge le brutte. Dimandate voi che cosa sia lo Amore degli uomini, e a che giovi: egli è appetito di generare nel subbietto bello per conservare vita perpetua nelle cose mortali. Questo è lo Amore delli uomini viventi in terra. Questo è il fine di nostro Amore. Certamente in quel tempo che ciascuno de’ mortali si dice vivere, e essere quel medesimo, come è dalla puerizia a la vecchiaia, benchè sia chiamato quel medesimo, nondimeno non riserva in sè mai le cose medesime: ma sempre di nuovo si riveste (come dice Platone) e spogliasi delle cose vecchie, secondo peli, carne, ossa, sangue, e tutto il corpo: e non solo avviene questo nel corpo: ma eziandio nella Anima: continuamente si mutano costumi, consuetudini, opinioni, appetiti, piaceri, dolori, timori, e nessuno di questi persevera il medesimo e simile: le cose di prima se ne vanno, e succedono le nuove. E quello che è più maraviglioso, è questo, che le scienze patiscono la medesima condizione, e non solamente l’una scienza ne va, l’altra ne viene: e non siamo sempre secondo le scienze quelli medesimi: ma eziandio, ciascuna scienza quasi patisce questo: perchè la meditazione e la ricordanza è quasi un ripigliare la scienza che periva. Perchè la dimenticanza è quasi una dipartenza della scienza: ma la medi-