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sopra lo amore | 109 |
questa cagione, perchè la figura, che una volta è amata sempre si ama. Imperocchè quanto tempo una medesima figura persevera in uno medesimo uomo, tanto s’ama in quel medesimo. E quando da lui è partita, non è più quella in colui la figura la quale tu prima amavi: ma evvene una nuova, la quale nuova tu non ami, perchè anche in prima non l’amavi: e non cessi però di amare la prima: ma evvi questa differenzia, che prima tu vedevi quella figura antica in altri: e ora la vedi in te medesimo: e questa medesima sempre fissa nella memoria ami sempre. E quante volte si rappresenta all’occhio dell’Animo, tante volte t’accende ad amare. Di qui nasce, che qualunque volta ci riscontriamo nella persona anticamente amata, ci commoviamo subito sentendo o tremito nel cuore o liquefazione nel fegato. E alcuna volta battono gli occhi: e il volto non altrimenti di varii colori si veste, che si faccia lo aere nebuloso, quando per aver il sole avverso, crea lo arco baleno. Imperocchè la presenza della persona amata, desta la figura sua che prima dormiva nello animo dello amante, e offeriscela agli occhi dell’Animo: e soffiando riaccende il fuoco, che sotto la cenere giaceva. Per questa cagione lo Amore si chiama immortale. Ma dicesi ancora mortale, perchè benchè gli amati volti stiano sempre nel petto infissi: non dimeno non si offeriscono ugualmente agli occhi dell’animo. Il perchè pare che la benevolenza scambievolmente bolla e intiepidisca. Aggiugnesi che l’Amor bestiale e anche l’umano non può essere senza indegnazione giammai. Chi è che non si sdegni contra colui, che gli ha rubato l’Animo? Quanto è grata la libertà, tanto la servitù è molesta. E per questo hai in odio le persone belle insieme e amile, haile in odio, come ladre e micidiali: amile, e onorile come specchi, in cui risplende il celeste lume. O misero, tu non sai quel che tu facci! Tu non sai, uomo perduto, dove tu ti rivolga. Tu non vorresti essere col tuo micidiale: e non vorresti vivere senza la felice presenza: tu non puoi essere con costui che ti uccide: e non puoi vivere senza colui, che con tante lusinghe