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106 marsilio ficino

vine. E così prudentemente cacciando, felicemente pigliano quella preda che cercano. Questo tanto dono nasce da la copia: che è padre dello Amore: perchè il raggio della Bellezza che è copia, e padre dell’Amore, ha questa forza, che e’ si riflette quivi onde ei venne: e riflettendosi tira seco lo amante. Certamente questo raggio disceso prima da Dio e poi passando nello Angelo, e nella Anima, come per materia di vetro, e dalla Anima nel corpo preparato a ricevere tal raggio facilmente passando, da esso corpo formoso traluce fuora, massime per gli occhi, come per transparenti finestre: e subito vola per aria, e penetrando gli occhi dell’uomo che bada, ferisce l’Anima, accende lo appetito. L’Anima ferita e lo appetito acceso induce a la medicina e al refrigerio suo, mentre che seco gli tira al medesimo luogo dal quale egli discese per certi gradi: prima al corpo dello amato: secondo a la Anima: terzo a lo Angelo: quarto a Dio, ch’è prima origine dello splendore predetto. Questa è utile caccia. Questa è felice uccellagione delli Amanti, e però nel Protagora di Platone uno famigliare di Socrate chiamò Socrate uccellatore, dicendo così: «Onde vieni tu, Socrate mio? Io credo che tu venga da quella uccellagione, a la quale la onesta apparenza di Alcibiade ti suole invitare». Oltre a questo si chiama Amore sofista e mago. Platone nel dialogo chiamato Sofista, diffinisce sofista essere disputatore borioso e malizioso: il quale con rinvolture di argumentuzzi, mostra il falso per il vero: e conduce coloro, che con lui disputano, a sè medesimi contraddire. Questo medesimo avviene alle volte agli Amanti e agli Amati. Perchè gli Amanti acciecati per la nebbia dello Amore, spesse volte pigliano le cose false per le vere, mentrechè egli stimano gli amati essere più belli, acuti, e buoni, che e’ non sono. Contraddicono ancora a sè medesimi per la violenzia dello Amore: imperocchè altro consiglia la ragione, altro seguita la concupiscenzia. E spesse volte mutano i loro consigli per lo imperio della persona amata: e repugnano a sè per consentire ad altri. Ancora le persone belle, per l’astuzia