tutta si rivolta nella assidua cogitazione della persona amata: e quivi tutta la forza e naturale complessione è attenta: e però il cibo nello stomaco male si cuoce. Di che interviene, che la maggiore parte in superfluità si consuma: la minor si manda al fegato, e vavvi cruda: e quivi ancora per la ragione medesima si cuoce male. E però poco sangue e crudo si manda per le vene: per il che tutti i membri dimagrano, e impallidiscono, per essere il nutrimento poco e crudo. Aggiugnesi, che dove l’assidua intenzione dell’Animo ci trasporta, quivi volano ancora gli spiriti, che sono carro e istrumento della Anima. Questi spiriti, si generano nel caldo del cuore, dalla sottilissima parte del sangue.1 L’animo dello amante è rapito inverso la immagine dell’amato, che è nella fantasia scolpita: e inverso la persona amata. Inverso questa sono tirati ancora gli spiriti, e volando quivi continuamente si consumano. Per la qual cosa è di bisogno di materia di sangue puro a ricreare spesso gli spiriti, che continuamente si risolvono: dove le più sottili e le più lucide parti del sangue, tutto il dì si logorano per rifare gli spiriti che continuamente volano di fuore. Il perchè avviene, che risoluto il puro e chiaro sangue, rimane il sangue maculato, grosso, e nero. Di qui il corpo si secca e impallidisce: di qui gli amanti divengono malinconici, perchè l’umore malinconico si moltiplica per il sangue secco, grosso e nero. E questo umore con i suoi vapori riempie il capo, dissecca il cervello, e non resta dì e notte di affliggere l’Anima di immagini nere e spaventevoli. Questo avvenne a Lucrezio filosofo epicureo, per lungo amore: il quale prima da amore, e poi da furore di stoltizia angustiato, sè medesimo uccise. Questo scandalo avviene a coloro, i quali male usano lo Amore: e quello che è della contemplazione, transferiscono a la concupiscenzia del tatto, perchè più facilmente si sopporta il desiderio del vedere, che la cupidità del vedere e del toccare. Le quali
- ↑ Spiritus in corde, ex subtilissima sanguinis parte creantur.