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98 | marsilio ficino |
noi siamo generati e allevati con inclinazione a l’una delle tre vite: cioè, o a la vita contemplativa, o attiva, o voluttuosa. Se noi siamo fatti inchinevoli a la contemplativa, subito per lo aspetto de la forma corporale ci inalziamo a la considerazione della spirituale e divina. Se a la vuluttuosa, subito dal vedere caschiamo nella concupiscenzia del tatto. Se a la attiva e morale, noi solamente perseveriamo in quella dilettazione del vedere e conversare. I primi sono tanto ingegnosi che altissimamente s’innalzano: gli ultimi sono tanto grossi, che rovinano a lo infimo: quelli di mezzo, nella media regione si rimangono. Adunque ogni Amore, comincia del vedere: ma lo Amore del contemplativo, dal vedere surge nella Mente. Lo Amore del voluttuoso dal vedere discende nel tatto. L’Amore dello attivo, nel vedere si rimane. L’Amore del contemplativo, s’accosta più al Demonio supremo che a lo infimo. Quello del voluttuoso più a lo infimo. Quello dello attivo s’accosta egualmente a l’uno come a l’altro. Questi tre amori pigliano tre nomi. Lo Amore del contemplativo si chiama divino: dello attivo, umano: del voluttuoso, bestiale.
Capitolo IX
Quali passioni sieno negli amanti per cagione della madre d’amore.
Infino a qui abbiamo dichiarato lo Amore essere Demonio: generato di povertà e di abbondanzia: e essere in cinque spezie diviso. Per lo avvenire dichiareremo secondo le parole di Diotima, quali affetti e passioni naschino nelli Amanti da questa tale natura di Amore. Le parole di Diotima sono queste: «Perchè lo amore è nato nel Natale di Venere però seguita Venere e appetisce le cose belle, perchè Venere è bellissima. E perchè egli è figliuolo della povertà, però egli è arido, magro e squallido: ha piedi ignudi: è umile, senza casa, senza letto, e senza copertura alcuna: dorme agli usci, nella via, al cielo se-