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ultimo difetto si emenda, co con con l’essercitar la giustizia, tenendo gli arditi, et sediziosi in officio co’l castigo, dando nel rimanente a d’ogniuno quanto gli si deve; ma se mancano le cose necessarie, et le honorevoli è impossibile, che lungamente duri cotal Principato, conciosiache non si trova maggior infelicità in un Principe quanto l’avere il suddito pauroso, percioche essendo necessario per conservazione de gli Stati, non solo aver li sudditi fedeli ma è di mestieri ancora, che si riponga da parte, oltra le cose necessarie, molti danari per i publici bisogni, il che non può farsi se il suddito è povero, onde ne nascono tumulti et turbulenze, et se pur ciò non avviene, che è quasi impossibile, rimane il Principe cosi debole per non aver forza, che è poco apprezzato et è esposto alle ingiurie de ogni Principe. Per riparare a questi mali è necessaria l’abbondanza, la quale non si può conseguire, se non ò dalla fertilità dello Stato proprio, overo dall’arte, et industrie, et particolarmente dalla mercanzia, che queste sono le madri, et le nutrici de’ popoli, et sono quelle, che fanno ricchi, agiati, et commodi i soggetti, e col mmezzo di queste mettonsi in avanzo molti thesori per le pubbliche occorenze.

Ma perche tutti gli Stati non godono della fecondità de’ terreni, à questi tali fà di bisogno doppiamente procacciarsi le ricchezze, et le commodità con le arti, et con la mercanzia, et quelli deve con ogni essatissimo pensiero mantenere, et accrescere, come quelle che sono l’anima, et essenza del Principato, et quando che violenza straniera, come nel caso nostro, contra gli Uscocchi vorrà impedirla, deve à quella opponer si con ogni sforzo per conservazione delle cose sue et per viversi in pace, che è il maggior bene, che l’huomo aver possa in terra, et godersi le sue fati-


                                                  B che.