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gità. Il caso adunque, come habbiamo detto, non è simile ma molto diverso.

Ove poi dicono, pur nella loro prima opposizione. Che i Venetiani non anno azione di vendicar l'ingiurie fatte in Golfo ad altre nazioni, che vengono, et che vanno per occasion di commercio a Venezia, questo rimane pienamente risolto, havendo noi fermato che il Mare non è libero, ma proprio della Sereniss. Republica, et che perciò ella è tenuta di vendicar le offese, come fatte nel suo stato, et nella sua giurisdizione, et in luogo soggetto alla sua Prottezione, et quanto alle ingiurie fatte alli sudditi Veneti, non fu difesa quella degli Uscocchi, come essi allegano, ma fu onta, et ingiustizia.

Vengo alla seconda opposizione, nella quale gli Uscocchi asseriscono di essere stati offesi, contra la forma delle Capitulazioni, che concedevano loro la navigazione con quelli altri particolari, che si portano, si risponde, che questa è una falsità manifestissima.

Al Terzo, che se hanno gli Uscocchi fatto alcun danno, questo sarà stato in tempo che prima erano stati offesi da Veneziani, et perciò era loro lecito il vendicarsene, per ragion di represaglia. Si risponde con verità, che questa parimente è una loro menzogna, perche gli Uscocchi sono stati essi sempre i primi, ne giamai essi proveranno, che sia stato altrimenti et se alcuno potesse rimaner in dubbio di questa nostra negativa, cioè chi fosse stato il primo et ne volesse prova più evidente, vagliasi della regola di quel valente buono, che diceva ne i casi dubbij, is fecit, cui prodest. Chi può dire, che torni utile alla Rep. l'haver briga con quella razza di huomini. E che cosa hanno essi al mondo, che loro si possa invidiare, ne pur