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lui, clandestinamente, et oltra di ciò, che egli avesse vietato à ciascuno, che ne avesse pretensione, qualità, che tutte concorrono per fondare meglio le ragioni della Republica, et la Signoria di lei sopra di lui, avendole tutte. Io credo di avere ottimamente dilegguata la nebbia, che teneva offuscata la mente di coloro, che stimavano buona l'opinione di quest'Auttore, et se quell'altro, cui che si fosse, che già parlò con tanta licenza contro lo sposar del Mare, che puro Simbolo di Dominio, come la Corona d'un Regno, et la Mitra d'un Voscovato, avesse con occhio discorsivo et non temerario ben considerato queste cose non averebbe certo lasciato scritto, ò inauditam dementiam desponsare elementa, à cui ottimamente calciarebbe tal risposta. O quam stultum teme rè effutire verbiale blatterare sermones. Con la risoluzione de gli argomenti di quel discorso, rimane risolto ancora l'argomento prima formato à favore de gli Uscocchi, quando però averemo dimostrato, che siamo in caso totalmente diverso, il che provaremo con le ragioni del medesimo auttore. Dice egli, che i Portughesi ingiustamente impediscono alla sua Patria il navigare all'Indie, et per suo fondamento adduce, che i Portughesi non sono Patroni di quei populi, e provincie, per la qual cosa non avendo alcun Dominio, ne possesso, ne giurisdizione non possono far tal prohibizione. Il caso dunque è diverso dal nostro, perche come si è detto, Li Signori Veneziani hanno Dominio, et possesso, et riscuotono li suoi diritti dai naviganti. Porta l'istesso auttore un'altro fondamento, che la navigazione debet habere manus innocuas, cioè senza danno, et adduce l'esempio di Virgilio, littusque rogamus innocuum, che non è così ne gli Uscocchi, che ovunque vanno, vi lasciano il segno della loro malva-