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secundario, cioè, Quod omnes homines utuntur, meno, che meno, perche in vigor de questo, bona vacua fiunt occupantium, et bello acquiruntur. Il dir dunque che non può possedersi è falso, ma qual maggior possesso può mai desiderarsi, quanto che il metter imposte, riscuoter gabelle, far prohibizioni già tanti, et tanti anni: Vero è, che in altra maniera si possiede la terra, et in altra in Mare, ma però l’uno, et l’altro si possiede. La terra si possiede da’ particolari col cavarne i frutti. Li Principi lo possedono con la giurisdizione co’l commandare, con riscuotter gabelle, et Datij. Il Mare dai particolari si possiede col far Sale, col pescare, col navigare. Dal Principe si possiede il Mare col mettervi entro Armate e, vietare, che altri non vengano ostilmente, ne con Imperio, essercitamdo la sua giurisdizione civile, et criminale, cavandone di più Datij, Portorij, et passaggi, cosi sempre si hà fatto, et sarassi per l'avvenire ancora se le leggi Civili chiamano publico il Mare, che altro vogliono dire, se non che sia da qualche Principe, overo università possesso? Ma che risponderemo alle auttorità de cosi grande Imperatore, et huomini cosi rinomati come Vulpiano, Papiniano, Paulo et altri? che si sieno ingannati, non certo? Ora che diremo? che essi hanno parlato secondo la soggetta materia, che avevano per le mani, cioè della divisione delle cose, et del Dominio de sudditi, che In orbe Romano, vivebant, che di altri populi non intesero mai.

Havendo adunque detto, che altri beni sono de particolari, altri publichi, cioè di questa, ò di quell'altra Città, altri dedicati a Dio, che Amplius in humanos usus reverti non possunt altri dissero In bonis nullius, come il Mare, vollero decidere che i Mari non fossero di quelle particolar Pro-


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