Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
Il Secondo argomento di quell'auttore non è di alcun peso, si pecrhe non conchiude, come perche egli scambia i termini. Dice, che la navigazione non nuoce ad alcuno, et io ho provato, che nuoce molto. E quanto a quel suo detto, di non diminuire, et di non consummarsi il mare, il medesimo si potrebbe dire delle strade publiche, le quali non si impediscono ad alcuno, ne si consummano per caminarvi sopra, e pur si vede, che si vietano, quando cosi hà parso à quelli, che governano per i suoi riguardi, et suoi sospetti. Scambia poi termini, perche argomenta dal simplice navigare, et conchiude col mercantare. Il navigare à niuno si vieta, potendosi ogni uno andarsi spazando pel Mare a sua voglia, et ritornarsene à casa sua, ma il punto stà, che non si naviga à fin solo di navigare, ma per andar in porta d'alti, et ivi mercantare, però. Ex diversis non infertur.
Il soggiunger, che non e giusto, che si impedisca l'entrar nei Porti, è fallaccia troppo grande, concinsia cosa che se ben è vero, che l'huomo battuto dalla furia, et dalla tempesta del Mare per fuggir la morte può far forza contra coloro, che gli vietassero il Porto, poiche ciascuno contra il morire s'aita, non và però la consequenza, adunque per mercantare posso entrare in Porto, anco per forza, che cio si denegha per le ragioni da noi di sopra addotte, et comprobate. E si come è vero per fuggere il naufragio, cosi è falso nel rimanente. Ne rileva punto l'opinione del Vittoria portata dal detto auttore, che vuole, che gli Spagnuoli pottessero combattere cogli Indi, vietando loro i porti. Perche l'intese, come l'intendo io, ò se pur egli hebbe diversa opinione sia detto con pace di cosi grande huomo, che onoro le sue ceneri, non fu buona, come dalli sopradetti nostri discorsi si può conoscere.
E fa- |