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Il Terzo argomento è con l’auttorità di Giustiniano Giustiniano Imperatore nelle sue Instituttioni, et de’ Giurisconsulti antichi compilati nelle Pandette nel Tit. de rerum divis. Che dicono il Mare esser libero de Iure gentium, et in bonis nullius, adunque dice questo auttore che non può essere possesso, ne manco per certe sue deduzioni prescritto et per consequenza non può essere nel dominio altrui. Queste sono tutte quelle ragioni, che da quella Scrittura possono esser addotte contra la Repub. perche l’altre tutte anno la mira di fondar le pretensioni di quella nazione, ò di indebellire quelle de’ Portughesi, et di Castigliani.

A me pare, se io non mi inganno, che questi argomenti non concludano l’intento de gli oppositori, ò non offendono le ragioni della Rep. oltra che noi non siamo nel caso, che porta quello auttore, ma in un totalmente diverso.

Il primo non conclude, perche non si intende levar il Commercio. E quantunque ad alcuni Popoli fosse levata la navigazione all’Indie, non per questo cessarebbe il commercio, ne sarebbe impedita la società humana, non avendo alcun obligo di aver commercio e in tutti, ma con cui più gli agrada. Il mezo termine adunque non fa conchiudere quello, che vorrebbe l’auttore. Ma dechiaramola meglio. Saranno alcune nazioni, che per grazia d’essempio, non vorranno, diremo cosi, la prattica, ne di Fiamenghi, ne d’Inglesi, per questo, dirassi che siano disociabili, communicando non solo fra se stessi, in copia di millioni d’huomini, ma con molte altre nazioni vicine, e lontane, non già? ma mi dirà alcuno, tu offendi me, perche tu non mi dai la prattica, et impedisci il beneficio, che io ti voglio far, et parimente lievi à me quello che io pretendo con il mio commercio di ricever da te. Questa instanza non è


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