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difesa, che è il secondo capo, verificasi la terza, che è per conservazione delli sudditi dalli Uscocchi danneggiati, e cosi la Quarta, per ributtar le ingiurie, la Quinta per sollevatione dei soggetti, essendo loro da questi barbari impedito il corso delle mercanzie, che per Mare, et per terra vengono, et si partono da Venezia, et offese medesimamente tutte quelle nazioni, che trafficano nello Stato della Serenissima Rep. Risulta ancora vero l’ultimo Capo da noi proposto, cioè di remediare ai danni, che è un impedir l’utile, che come disse Livio, utilis difensio, et ipsa iuita, tanto maggiormente quanto che il Turco si à protestato di venir con armata in questi Mari per ovviare à tante depredazioni, il che di quanto danno sarebbe, non è cosi ottuso intelletto, che non lo vegga, et quivi come l’istesso Livio, anzi l’istessa natura l’additta. Che expectare non debemus præsentem vim, si futuræ occurrimus tutius. E provasi ancora per ragion Civile, conciosia cosa che, se ben ogni uno in casa sua, et nel suo Stato può far quello, che più gli piace, perche unusquisque in re sua est moderator, et arbitrer. Nondimeno si si si si deve intendere, che vicini conditio peior non fiat. Come afferma Quinto Muzio nel Tit. de acqui. plu. nelle Pandette. A questo si aggiunge, che huomini dottissimi con gagliardi fondamenti hanno provato, che sia lecito ad un Prencipe porger aiuto ad’un altro Principe, benche ingiustamente si difenda dall’armi altrui, quando pensi che la sua condizione si muti, facendosi Patrone un’altro, hor quanto più si concederà la difesa in causa giusta, che come disse Dionisio nelle sue historie, ne nocere possit, ratio imperiorum est, et Ammiano nel 23. lex inquit una, et perpetua, salutem omni ratione defendere. Restami appresso di considerare un’altro capo non posto di sopra, ma conces-


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