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di francesco redi. 19

de’ loro più prodigiosi effetti. Se per sorte accade, che questi serpenti passino sopra i panni, o sopra le camice, quando si asciugano al Sole, suol nascere nelle reni di coloro, che si servono di quei panni, certi serpenti, che crescendo a poco a poco, cingono tutto il corpo, e quando la coda arriva ad unirsi con la testa, la morte è allora inevitabile; onde per isfuggirla gli vanno mortificando con rasoi, e con lancette, acciocchè non crescano.

Mentovai di sopra tre personaggi, che furono feriti dalle saette d’Ercole, cioè Nesso, Chitone, e Filottete. I primi due morirono quasi subito, ed il terzo, dopo lunga malattia, scampò dalla morte: Se dovessi apportar la cagione di questa differenza, o storica, o favolosa che sia, direi, che Nesso, e Chirone morirono, perchè furono impiagati, nel tempo che Ercole vivea, con gli strali da lui avvelenati di fresco, oltrechè Nesso fu passato fuor fuora per lo petto, come disse Ovidio.

Iamque tenens ripam missos cum tolleret arcus,
Coniugis agnovit vocem, Nessoque paranti
Fallere depositam, quo te fiducia, clamat,
Vana pedum violente rapit? tibi Nesse biformis
Dicimus, exaudi, nec res intercipe nostras,
Si te nulla mei reverentia movit; at orbes,
Concubitus veritas poterant inbibere, paterni
Haud tamen effugies quamvis ope fidis equina:
Vulnere non pedibus te consequar, ultima dicta
Re probat, et missa fugientia terga sagitta
Trajicit, extabat ferrum de pectore aduncum.