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10 lettera

arrivee sans aucune participation du suc jaune, puis qu’ il avoit estè tout espuise.

E a carte 122. La morsure faite par une Vipere, non irritee, dont on tenoit les machoires, & de qui on faisoit enfoncer les dents en les pressant sur le corps d’un pigeon, qui se trouvoit aussi fort accompagnee du suc jaune, & qui neanmoins ne fut suivie d’aucun mauvais accident ec.

A queste esperienze io non posso contrapporre altro, che quelle moltissime, che da me furono fatte nell’anno 1664. e recitate nelle soprammentovate mie Osservazioni intorno alle Vipere, e quelle parimente che scriverò qui appresso, anch’esse da me operate non con desiderio di confermar le prime, ma bensì di venire in chiaro del vero: E, per non avere a replicar più volte alcune cose, dirò prima certe osservazioni generali, che ho fatte nel tempo, nel quale ho maneggiate le Vipere.

La Vipera ammazza più facilmente un colombo, un pollastro, un gallo d’India, uno scoiattolo, un ghiro, ed altri uccelli, ed animaletti piccoli, che un’animale grande, come sarebbe un montone, un daino, un cavallo, un toro, anzi questi più grandi e di pelle dura, moltissime volte non gli ammazza.

Secondo la grandezza dell’animale, e secondo il luogo dove la Vipera ferisce, ne segue la morte più presto, o più tardi, e particolarmente se il luogo ferito abbia la tessitura fitta, o rada di vene, e d’arterie; o se esse vene ed arterie sieno sottili, o grosse.

Se dalla ferita della Vipera sgorga molto sangue,