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AL PUBBLICO E AI LIBRAI


«Non casta, non pia talvolta, sebbene devota e superstiziosa, apparirà la materia e la forma: ma il popolo è questo; e questo io ricopio, non per proporre un modello, ma sì per dare una imagine fedele di cosa già esistente e, più, abbandonata senza miglioramento.... Del resto, alle gratuite incolpazioni, delle quali io divenissi oggetto, replicherà il tenor della mia vita e il testimonio di chi la vide scorrere e terminare tanto ignuda di gloria, quanto monda d’ogni nota di vituperio.» Così il Belli nell’Introduzione. Ma, per togliere ogni pretesto alle «gratuite incolpazioni,» si pubblicano in questo solo volume que’ sonetti, che non devono andare nelle mani di tutti, sebbene non siano punto da confondere con le volute oscenità di tanti altri scrittori, classici e non classici, e sebbene anzi l’intento del Poeta di ritrarre fedelmente la Roma del suo tempo, quella Roma che, come diceva in un caso simile Massimo d’Azeglio, «le teste guaste son venute a turbare» (I Miei Ricordi, cap. XXII), faccia anche di questi sonetti un’opera sostanzialmente morale e civile.

Questo volume, del resto, si vende in busta chiusa, e, per chi lo volesse separato dagli altri, al prezzo di lire dodici nell’edizione comune, e di quindici in quella di lusso.