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Sonetti del 1831 69

ER PANE CASARECCIO.

     Hai fatto er pane in casa,1 eh, pacchiarotta?2
Parla, racchietta3 mia friccicarella:4
Perch’io t’allùmo5 cqui sta bbagattella
De patume6 all’usanza de paggnotta.

     La pasta smaneggiata viè ppiù jjótta,7
Dunque lasseme dà8 ’na manatella;9
Eppoi fàmme assaggià la sciumachella,
Ch’hai nniscosta llì ggiù ccalla che scotta.

     Io te do in cammio10 un maritozzo11 fino
De scèrta pasta scrocchiarella12 e ttosta,
Che nun té la darebbe un cascherino.13

     Sto maritozzo a mmé ccaro me costa,
E tte lo vojjo dà ssenza un quadrino:14
Anzi de ppiù cciabbuscherai la posta.15

Terni, 4 ottobre 1831.

  1. Fare il pane in casa, dicesi di una donna che abbia petto abbondante.
  2. Donna paffuta.
  3. Bella e geniale giovane.
  4. Che muove l’estro.
  5. Ti veggo, ti discopro.
  6. Carname.
  7. Ghiotta.
  8. Lasciami dare.
  9. Un colpo di mano.
  10. Cambio.
  11. Propriamente, “pasta condita con olio, zucchero, uve passe, finocchi, anaci, e cotta al forno.„
  12. Croccante.
  13. Garzone di fornaio.
  14. Gratis.
  15. [Tu ci buscherai l’avventore.]