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44 | Sonetti del 1831 |
LI PENZIERI LIBBERI.1
Sonajji, pennolini, ggiucarelli,
E ppesi, e ccontrapesi e ggenitali,
Palle, cuggini, fratelli carnali,
Janne,2 minchioni, zebbedei, ggemmelli.
Fritto, ova, fave, fascioli, granelli,
Ggnocchi, mmànnole,3 bruggne,4 mi’-stivali,
Cordoni, zzeri, o ccollaterali,
Piggionanti,5 testicoli, e zzarelli.
Cusì in tutt’e cquattordici l’urioni,6
Pe’ pparlà in gèrico,7 inzinent’a glieri,8
Se so’ cchiamati a Roma li c........
Ma dd’oggi avanti, spesso e vvolentieri
Li sentirete a dì ppuro Cecconi,
Pe’ vvia de scerta mmerda de Penzieri.9
Pel 1829 (ma scritto a Morrovalle, il 21 sett. 1831).
- ↑ Imitazione del sonetto milanese del Porta: Ricchezz del Vocabolari milanes.
- ↑ Ghiande.
- ↑ Mandorle.
- ↑ [Prugne: susine.]
- ↑ [Pigionali, castigliani.]
- ↑ Rioni.
- ↑ Gergo.
- ↑ Ieri.
- ↑ L’avvocato Luigi Cecconi ha pubblicato un libercolettaccio sotto il titolo di: Pensieri liberi. [Sono ventinove Pensieri in quaranta pagine, o pagini come dice l’autore, stampate a Roma nel 1829; e dalla prefazione pare che egli li scrivesse perchè qualcuno lo sospettava di liberale, o magari anche di libero pensatore. Dai primi sei, che trattano dell’Anima, di Dio, della Rivelazione, di Mosè, di Gesù Cristo e del Cattolicismo, e che evidentemente furono scritti per fare un’ampia professione di schietta ortodossia, si salta, nel settimo, a dimostrare che “i sentimenti comunemente detti liberali nascono nei ventri vuoti,„ e che la maggior parte de’ patriotti, “curati dalla fame, sarian subito curati dal libe- ralismo Poi, nel Pensiero XVII, il signor Cecconi scioglie un inno di lode al Governo pontificio per le beatitudini che procurava a’ suoi sudditi, e conclude energicamente così: “Io qui nacqui, e se fossi nato altrove, qui sarei venuto.„ Benchè nel Pensiero XXIV confessi d’essere “un’avvocato di poche cause, e di scarzo ingegno.„]