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28 Sonetti del 1830

gine, cambiano ponti in punti, con una delle solite etimologie cervellotiche. Cfr. la nota 1 del sonetto: Li punti d’oro, 27 dic. 32]      4 Suono di un gas compresso che sventa.      5 Farci.      6 Sudore in fermento.


LE MANO A VVOI E LA BBOCCA A LA MMERDA.1

 
     Ajjo,2 c....! che ppizzico puttano!
Te penzeressi3 ch’abbi er c.. de pajja?
È tutta sciccia; e nun ce porto majja,
Antro che4 sto boccon de taffettano.
              
     Co’ la bbocca, va bbe’, ddimme canajja,
E ppù... e bbù..., mma ttiètte a tté le mano.
Giochi de mano, ggiochi da villano;5
E la tua pare propio una tenajja.
              
     Fermo, ve dico, sor faccia ggialluta.
Fateve arrèto; e ssi vve piasce er mollo,
Annate a smaneggià le ch..... a Ttuta.6
              
     Te seggno, Pippo, ve’!; Pippo, te bbollo.
Té ne vai? famme sta grazzia futtuta.
Sia läudat’Iddio! Rotta de collo!

10 ottobre 1830.

  1. [Modo proverbiale che s’usa contro chi, per ischerzo, dà molestia con le mani.]
  2. [Aglio, per] “ahi.„
  3. Penseresti.
  4. [Altro che], fuorchè.
  5. [Proverbio.]
  6. [Getrude.]