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348 Sonetti apocrifi

3 [Andiamo.]      4 [Intero.]      5 [Cioè i così detti mercanti di campagna, che sono fittaioli e spesso anche proprietari di grandi tenute dell'agro romano, e trafficatori del bestiame e de' cereali.]      6 [Famoso lunario. V. in questo volume la nota 6 del sonetto a pag. 310.]      7 [Ti affibbiano di botto qualche bugia. Per esempio, che il grano si tarla, che la grandine ha fatto guasti, ecc.]      8 [Si vendono.]      9 [Se no ci rimedia la tariffa del prezzo delle grasce, e specialmente del pane.]

L' INCURONAZZIONE DER PAPA.1


     M’aricòrdo quann’ero regazzino2
Ch’aggnéde3 a vvede l’incuronazzione,
Che ffanno ar Papa sotto ar bardacchino,
À Ssan Pietro, lassù nner finestrone.4

     E mm’aricòrdo puro,5 Ggiuacchino,
Che cquanno je coprìrno er cocciolone,6
Io dimannai a ’n omo lì vvicino:7
“E oche jje fanno mo, eco’ cquer pilone?„8

     Lui m’arispóse: “Oggi, in de sta festa,
Ar zolito je fanno un comprimento;
E la raggione ggià sse sa ch’è cquesta:

     Che mmo, co’ cquelo straccio de strumento9
Che jj’ incàrcheno10 bbene in de la testa,
Je dànno, fijjo mio, l’intontimento.„


  1. [Questo e i due seguenti sonetti, comunemente attribuiti al Belli, sono invece dell'egregio architetto Felice Cicconetti. E suoi sono anche gli altri due da me pubblicati a pag. 131 e 133 dell'edizione Barbèra; e tutt'e cinque egli li scrisse nel marzo e aprile del 1860.]
  2. [M’aricordo quann’ero piccinino. Belli, Li malincontri, 15 apr. 46.]
  3. [Andai.]
  4. [Nella gran loggia della Basilica Vaticana.]
  5. [Pure, anche.]
  6. [La testa, la zucca.]
  7. [Che stava vicino a me.]
  8. [Il triregno. Pila, pilone: pentola, pentolona.]
  9. [Con quel po' po' di negozio: il triregno.]
  10. [Gl'incalcano: gli calcano. — Un' incarcata: un lattone.]