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Sonetti del 1830 25

si chiama più comunemente del sega-moneta, è una variante della filastrocca, da me raccolta a Perugia, dice così: Sega-moneta, Le donne di Gaeta Che filano la seta; La seta e La bambace La filano tanto forte, Che fan tremar le porte; Le porte son d’argento E costano cinquecento; Cento e cinquanta, La mia gallina canta; Canta gallina, La sposa Serafina S’affaccia alla finestra Con tre coralli in testa; Passano tre fanti Con tre cavalli bianchi; Bianca la sella, Fior di mortella; Bianca la briglia, Fior di vainiglia; Bianca ogni cosa, Fior della rosa. — Il nisconnarello corrisponde al nasconderello o nasconderella de’ Fiorentini, che manca ancora a’ vocabolari, e al rimpiattìno de’ Pistoiesi, che i vocabolari danno per italiano! — Per fare il gioco del pizzicchetto, parecchi bambini mettono alternativamente i pugni chiusi uno sopra l’altro, in modo da formare una colonna; e uno di loro, che rimane con la destra libera, pizzica a una a una tutte le ultime articolazioni delle dita, canticchiando la canzoncina: Pizzica, pizzicarello, T’ammazzo cór cortello; T’ammazzo cór pugnale, Te fo morì de fame; De fame e dde pavura, Te butto in zepportura, Crò crò crò, Si nun fai t’ammazzerò; Cri cri cri, Si nun fai t’ammazzo qui. Colui che è pizzicato all’ultima parola della canzoncina, leva dalla colonna la mano pizzicata; e si comincia da capo; finchè ridotto il gioco a due soli, colui che resta col pugno o co’ pugni non pizzicati all’ultimo qui, è il perditore, e tutti gli altri bambini gli si fanno intorno e gli gridano in coro: Tappo de cacatooore!... Tappo de cacatooore!... Per le varianti e i riscontri del primo e del terzo di questi giochi nelle altre parti d’Italia, può vedersi bel libro del Pitrè, Giuochi fanciulleschi; Palermo, 1883; pag, 29-30 e 62-67.]      15 Non [mettergli] metterle.