Pagina:Sonetti romaneschi VI.djvu/318

308 Er còllera mòribbus

del sonetto: La morte ecc. (2), 11 gen. 34, e in altre, aggiungerò qui ciò che di lui scriveva al proprio Governo la Legazione sarda di Roma: “Gaetano Moroni, antico cameriere del papa, che da lunghi anni ha goduto l’intima confidenza di lui, sembra egli stesso arrogarsi nelle Camere pontificie un tono d’autorità, per cui viene generalmente criticato, ma però assai piaggiato da coloro che cercano per vie oblique di salire in alto e procacciarsi favori mediante l’opera degli infimi, che comandano ai potenti. Costui si è formato ormai un patrimonio assai dovizioso, per quanto assicurasi generalmente; e la famiglia sua va sfoggiando un lusso superiore alla sua condizione. Oggi il detto individuo ha cessato d’esercitare le umili funzioni di cameriere, e venne dal papa eletto ad altra carica di palazzo, vale a dire a quella chiamata di Maestro di casa. Egli fu surrogato nella prima da un suo fratello, che fin ora in Roma non godeva della più limpida riputazione. Ora le ricchezze acquistate in così poco tempo dal detto Gaetanino, come altresì la certezza che in molti affari particolari qualche venalità abbia segretamente operato, tutto questo complesso di cose pur troppo han formato una massa di gravi imputazioni a carico del suddetto Gaetanino. Ultimamente è accaduto che si rinvenne alla posta una lettera diretta al detto individuo Gaetano Moroni coll’aggiunta del titolo di vice-papa.„ Dispacc. confidenz. Crosa, 8 agosto, 1836, in Bianchi, Op. e vol. cit., pag. 160. — “Se si volesse far cosa grata al Santo Padre, sarebbe di fare un regalo a Gaetanino Moroni... Si potrebbe dargli un anello o qualche bel capo d’argenteria; ma per ciò bisognerebbe trovargli un titolo, adoprarlo cioè in qualche cosa, poi darglielo in ricompensa.„ Dispacc. Broglia, 31 agosto 1839, ivi, pag. 159.]      9 [Scherza, al solito, sulla fama che Gregorio XVI aveva di gran bevitore.]