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Sonetti del 1833 219

GIUVEDDÌ SSANTO.

     Fa’... che ggusto!... spi... Zzitto! ecco er cannone!
Abbasta, abbasta, su, ccaccia l’u.......
Nu’ lo senti ch’edè? spara Castello:1
Seggno ch’er Papa sta ssopra ar loggione.2

     Mettémesce3 un’ e ll’antro in ginocchione:
Per oggi contentàmesce,4 fratello.5
Un po’ ar corpo e un po’ all’anima bberbello:6
Pijjàmo adesso la bbonidizzione.

     Quanno ch’er Zanto-Padre arza la mano,
Pòi in articolo-morte7 fà li conti
A ggruggn’a ggruggno coll’inferno sano.8

     E nnun guasta che nnoi semo a li Monti,9
E ’r Papa sta a Ssan Pietr’ in Vaticano:
Oggi er croscione suo passa li ponti.10

Roma, 4 aprile 1833.

  1. La Mole Adriana, oggi Castel S. Angelo.
  2. La gran loggia nella facciata di San Pietro in Vaticano, donde il Pontefice amministra la solenne benedizione al popolo foltamente adunato sulla gran piazza.
  3. Mettiamoci.
  4. Contentiamoci.
  5. [Caro mio, amico mio, ecc.]
  6. Bel bello.
  7. In articulo mortis, frase di molto spaccio in questa capitale dell’orbe cattolico.
  8. [Intero.]
  9. Uno dei rioni di Roma, molto discosto dalla così detta Città Leonina, oggi Rione di Borgo, dove sorge il Vaticano che è di là dal Tevere.
  10. È qui opinione che alcune benedizioni papali, in certi giorni restino efficaci solamente inter praesentes, e alcune altre si estendano a tutto il resto della città, e poi corrano pel mondo sin che non siano stanche o non trovino qualche ostacolo.