Pagina:Sonetti romaneschi VI.djvu/134

124 Sonetti del 1832

si è potuto celare, ha dato il 36 p. % da dividersi fra i soci. In meno di tre anni si sono fatti tre imprestiti, dei quali i primi due hanno dato ai soci Torlonia e Rotschild un 30 p. % di guadagno secondo le tariffe di Borsa.„ Bianchi, Op. e vol. cit. pag. 499.]


LOTTE AR RIFRESCO.

3.

 
     Già a Ssodoma e Gghimorra ereno cotte
Tutte le ggente arrosto com’e ttrijje,
E dde tante mortissime1 famijje
4Pe’ ccaso la scappò cquella de Lotte.

     Curze2 er Padriarca finamente3 a nnotte
Senza mai pijjà ffiato e staccà bbrijje:
Ma cquà, ssiconno er zolito, a le fijje
8Je venne fantasia de fasse f.....
              
     Ma pe’ vvia4 che nun c’era in quer contorno
Neppuro un c.... d’anima vivente,
11Disseno:5 “È bbono tata:„6 e ll’ubbriacòrno.
              
     Poi, fatteje du’ smorfie ar dumpennente,7
Lì, dda bbone sorelle, inzin’ a ggiorno
14Se spartirno le bbòtte alegramente.

17 gennaio 1832.


  1. Moltissime.
  2. Corse.
  3. Sino, fino.
  4. Per motivo.
  5. Dissero.
  6. Papà. [Dal lat. tata.]
  7. Vocabolo composto dal dum pendebat dello Stabat Mater etc.