decimoterzo. Il racconto si foggiò sulla metà di quel secolo, e lo si trovò per la prima volta interpolato in alcuni manoscritti di Martino Polono e di Mariano Scoto; indi lo fecero loro tutti i Cronisti, ed ottenne fede sì ferma ed universale, che intorno all’anno 1400 non si ebbe riserbo di dar luogo al busto della Papessa Giovanna nella serie delle immagini dei Papi, onde si ornarono le pareti della bella cattedrale di Siena. La non credibile ingenuità di tempi, nei quali la critica non ardiva di sturbare la credenza di qualsiasi favola o di qualsiasi tradizione, serbò sotto la sua protezione il busto allogato in quel duomo, ond’esso ivi durò senza ostacolo di sorta fra quelli degli altri Papi per il corso di duecento anni, con questa inscrizione: Giovanni Villi donna inglese; finalmente il cardinale Baronio indusse Clemente VIII a farnelo rimuovere; la figura di femmina si mutò in quella di papa Zaccaria. — Intorno a questa favola v’hanno parecchie scritture: dopo della Riforma vi fu una mischia di dissertazioni fra Cattolici e Protestanti su questo subbietto, per guisa che una donna di cantafavola ebbe biografie in maggior copia delle più celebri regine che siano state nel tempo antico e nel moderno. Perfino Federico Spanheim sostenne il fatto in una sua dissertazione; né la scalzò del fondamento la Histoire de la Papesse Jeanne del Lenfant (La Haye, 1720). Prima, Leone Allazio aveva scritto la sua Confutatio fabulae de Joanna Papissa, Colon. 1653, e David Blondel, in un’opera scritta in francese, e nell’altra De Joanna Papissa, Amstel. 1657, aveva messo in sepoltura la Papessa. Il Leibnitz, l’Eckhart, il Labbé, il Baronio, il Pagi, il Bayle, il Launoy, il Novaes ne trattarono lungamente a confutazione, e ancora ai dì nostri il Bianchi Giovini scrisse in Torino un Esame critico degli atti e documenti relativi alla favola della Papessa Giovanna, Milano, 1845. L’ultima scrittura è lo studio conchiudente del Döllinger intitolato: La Papessa Giovanna, nelle Fole pontificie del medio evo, Monaco, 1863; ivi il lettore troverà la più ampia notizia su questa favola meravigliosa. Per quel che concerne la parte numismatica, noto come importante il Garampius, De Nummo Argenteo Benedicti III (Roma, 1749). La moneta tiene scritto sul suo rovescio: Hlotharius Imp., e poichè essa fu battuta ancora al tempo di questo Imperatore, ne consegue che Benedetto III, fu immediato successore di Leone IV, e non Giovanna, cui si attribuì un reggimento di due anni, un mese e quattro giorni.„ Gregorovius, Storia della Città di Roma ecc.; vol. III (Venezia, 1873); pag. 141-45.]
2 [Il grembiale]
3 Morì.
4 Ex abrupto.
5 [Un bambino. Dal latino pupus.]
6 Sedia